
17 dicembre 1943, Smolensk
Da una settimana sono tornata a casa, nella mia amata Smolensk, dopo gli
ultimi due anni trascorsi a Mosca con mia sorella Elena e suo marito Kazimir. Il
viaggio è stato un inferno, le strade sono state distrutte dall’avanzata dei demoni
tedeschi...
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Con questo diario romanzato non si cerca di raccontare una
verità oggettiva e univoca del vissuto della popolazione sovietica,
ma di fare un sunto dei pensieri più rilevanti e particolari della
povera gente, martellata dalla propaganda e dai soprusi del
regime staliniano. I cittadini sono al centro di questa narrazione
e, di ciò che pensavano, o fingevano di pensare. Per tanto non si
deve interpretare questo diario come l’esaltazione di un pensiero
staliniano, ma come un tentativo di far comprendere a tutti, cosa
potesse passare per la mente dei poveri diavoli, che realmente si
trovavano nelle situazioni narrate e di come vivessero le
problematiche sociali, religiose e politiche del tempo.
Particolarmente curioso è il fatto che fino alla fine escludessero
la colpevolezza del compagno Stalin dalle atrocità commesse dal
governo contro di loro e di come si rifugiassero nell’illusione di
un governo nell’ombra che ingannasse il leader supremo.
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Ma solo attraverso le pagine del diario si può comprendere tutto ciò
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Buona Lettura
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scritto da: Angelo Bauco
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